Il Giuramento
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Il Giuramento
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Abbiamo fatto una scelta quasi
estrema: ambientare la storia in un futuro in cui la mafia è legalizzata, un
futuro distopico nel quale il confine mafia-Stato è stato smantellato a favore
dei primi.
La nostra non è una visione
pessimista, bensì un gioco scenico in cui proviamo a raffigurare il paradosso
di una società che ci auguriamo non si realizzi mai. Una società in cui i
protagonisti si muovono in un ambiente-spazzatura che hanno fatto proprio, un
mondo in cui la bellezza, la creatività e la libera espressione delle emozioni
sono considerate inopportune, mentre l'educazione dei giovani è improntata
sulla “cultura” mafiosa e sul rispetto di gerarchie imposte con la violenza.
È
un gioco delle parti attraverso il quale intendiamo porre l’attenzione su quali
sono i punti di forza dell’educazione mafiosa così che imparando a conoscerli
si possa evitare di diventarne vittima.
Spesso
la mafia agisce in modo più subdolo di quanto ci si aspetti, soprattutto quando
si tratta di educare nuove potenziali leve.
Siamo
partiti allora da una domanda, apparentemente banale, ma che può assumere un
significato profondo se pronunciata da un ragazzo o da una ragazza: perché dire
“no” alla mafia? Anche quando sembra rappresentare la parte più forte, anche
quando la tua stessa famiglia, la società in cui vivi, ti dice che la mafia è
l'unica via praticabile per essere qualcuno?
Non a caso i protagonisti sono
due fratelli: per sottolineare quanto possa essere difficile a volte,
soprattutto nei territori controllati dalla mafia, sfuggire ad un destino già
scritto dalla “famiglia”.
Bisogna avere il coraggio di allargare lo sguardo e domandarci: qual è il mondo che vorrei? Il coraggio di scegliere e di rimanere saldi ai propri principi, anche quando chi ci tira verso la mentalità mafiosa è qualcuno a noi molto vicino.